CONCORSO “IL DIVERSO PENSATO”
La favola “Per colpa di una sedia” di Vittoria Ladduca , ha ricevuto la segnalazione d’onore al premio-concorso “Il diverso pensato”
“Per colpa di una sedia”
Laura, una ragazza disabile sulla sedia a rotelle, si stava preparando per il suo primo giorno da vivere in una nuova scuola.
Sua sorella Beatrice le disse: “Sei pronta?”.
“Si! andiamo!”, le rispose eccitata Laura.
Sulla macchina, Beatrice, vedendo la sua sorellina nervosa, le disse: “Vedrai che ti troverai bene.
Sicuramente troverai tanti amici che ti vorranno bene.”
Laura sorrise. Pensava però che fosse difficile trovare un’amica o un amico per le condizioni in cui
si trovava; lei era molto bella e intelligente e di questo ne era consapevole, ma credeva che se non riusciva a trovare un amico era colpa di quella sedia a rotelle dove era seduta per via della sua malattia.
“Ecco! Siamo arrivate”, disse Beatrice, che la prese e la sistemò sulla sua sedia a scuola. “Buongiorno, io sono la preside di questa meravigliosa scuola. Spero che ti troverai bene, Laura”, le disse accarezzandole il viso.
“Grazie” rispose Laura, che si guardò intorno e vide una ragazza avvicinarsi che le disse: “Ti aiuto io?”.
“Ok!” rispose Laura.
“Io sono Alice. Tra un po’ suonerà la campanella, è meglio entrare in classe e dopo parleremo, ok?”.
“Ok, piacere di conoscerti, sono Laura”.
La campanella suonò e la professoressa di Storia entrò in classe insieme a dei ragazzi che guardarono straniti Laura.
“Buongiorno ragazzi!”.
“Buongiorno prof.”, risposero in coro.
“Oggi abbiamo una nuova compagna in classe: Laura. Dai presentati.” “Ciao… sono Laura”.
“Questo lo avevamo capito”, disse un ragazzo in fondo all’aula. “Non siamo stupidi come te!”, disse una ragazza ridacchiando.
“Ehi, buoni”, li rimproverò la professoressa. E aggiunse: “comportatevi bene con Laura”. Poi
rivolta alla nuova arrivata: “vedo che già hai fatto amicizia con Alice”, “Sì!” rispose Laura.
“Prof., se vuole, posso mostrare io la scuola a Laura”, disse Alice.
“Va bene!”. Al suono della campanella che annunciava la ricreazione, Alice mostrò a Laura la
“Guarda chi c’è?”, disse il ragazzo di prima, “la stupida con la sedia a rotelle e la sua badante”. “Stai zitto!” disse Alice, “Laura è una ragazza meravigliosa. Tu sei stupido”.
“Ma senti chi parla?”.
“Ciao! Andiamo Alice” disse Laura.
Tornata a casa Laura, Beatrice le chiese: “Come è andata?” “Ho conosciuto Alice…”.
“Sono contenta!”, la interruppe Beatrice.
“Sì, ma gli altri miei compagni sono antipatici e mi odiano”, le rispose Laura.
All’improvviso, Beatrice prese il telefono.
“Cosa vuoi fare?”, le disse Laura. “Ora vedrai!”, disse Beatrice.
“Pronto, signora preside, sono io Beatrice, la sorella di Laura. Domani vorrei parlare con lei se è possibile?”.
“Certo!”, rispose la preside. “Grazie, a domani”. “Allora?” disse Laura.
“Domani i tuoi compagni sicuramente cambieranno idea”, le rispose Beatrice.
Il giorno seguente Beatrice entrò in classe insieme a Laura e alla preside. “Buongiorno, sono la sorella maggiore di Laura. So che voi la trovate stupida perché si trova su una sedia a rotelle. Io vi dico che siete voi gli stupidi che disprezzate una ragazza dolce e generosa che all’apparenza può sembrare più debole di voi. E se succedeva a voi?”.
“No, lei è stupida”, disse una ragazza.
“No, voi siete stupidi.” disse Beatrice. “Laura è su una sedia a rotelle per colpa dei suoi ex compagni che la prendevano in giro, la disprezzavano e la deridevano. Un giorno, per farla impaurire, la costrinsero a salire su un’automobile; il ragazzo che guidava andava ad alta velocità e andò a sbattere contro un edificio. E’ da quel giorno che Laura si trova così. Non sapete che paura ho avuto di perderla. E voi che avete provato a terrorizzarla e volevate farle del male, lei sicuramente non ce l’avrebbe fatta. Allora?” disse Beatrice con tono stizzito.
“Scusi!” disse una ragazza.
Poco dopo, chi si comportò male nei suoi confronti scoppiò a piangere. Beatrice era riuscita a convincere i ragazzi a rispettare e a conoscere Laura.
Vittoria Ladduca 2^A
Istituto Comprensivo “Paolo Emiliani Giudici”