“IL VIAGGIO DI FANNY” di Vittoria Ladduca 3^A
IL VIAGGIO DI FANNY
Il 27 gennaio, giorno della memoria, con la scuola siamo andati al cinema per vedere “Il viaggio di Fanny”. Il film è basato sulla vera storia di Fanny Ben-Ami, oggi 86enne. Dall’incontro fra il regista Doillon e Fanny è nato questo film.
Esso è una storia sull’infanzia negata e sull’orrore della guerra che ha portato questi bambini e tutti quelli realmente coinvolti nelle barbarie a crescere velocemente e a dover fare i conti fin da subito con la crudeltà di cui sono capaci alcuni esseri umani.
Nella Francia occupata dai tedeschi è in corso la seconda guerra mondiale, i genitori di Fanny decidono di portare lei e le due sorelline in un orfanotrofio francese per bambini ebrei. Qui incontrano altri coetanei e con loro, quando le persecuzioni naziste si intensificano, cercheranno di scappare e raggiungere il confine svizzero.
Questi bambini dovranno fare i conti col freddo, la fame, il pericolo, incontrando persone che li ostacoleranno e altre che li aiuteranno.
Questo film ci ha fatto molto riflettere…
Oltre a ricordare l’orrore della guerra e della Shoa, questo film ci fa riflettere sull’animo degli esseri umani.
Ci sono diversi tipi di esseri umani. Quelli che hanno un “cuore”, che sanno amare, comprendere, ascoltare e soprattutto non hanno paura di affrontare il male. Poi ci sono quelli che dentro hanno solo avarizia, invidia, odio e superbia. Loro non sanno cogliere il vero senso della vita, il loro scopo è quello di “vincere” gli altri, renderli schiavi, persone al di sotto di loro.
La cosa peggiore è che oggi esistono ancora questo tipo di esseri umani, che più che persone sono animali… vogliono trascinare gli altri nelle loro trappole. Non bisogna andare lontano per capire dove sono presenti. In ognuno di noi è presente questo “animale”, ma noi dobbiamo saperlo vincere, non dobbiamo sottovalutarlo, dobbiamo lottare contro di lui, ragionare con il cervello e soprattutto con il cuore. Dobbiamo apprezzare “l’altro” che ci circonda, anche se è diverso da noi, anche se non comprendiamo la sua lingua, se le sue culture e usanze ci sembrano strane. Dobbiamo “amare” e secondo me con l’amore si può cambiare il mondo in meglio.
Vittoria Ladduca 3^ A