LA BLUE WHALE
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LA BLUE WHALE
Giorno 5 dicembre, nella sala conferenze della scuola “Paolo Emiliani Giudici”, noi alunni del plesso “Sac. G. Messina” abbiamo incontrato il capitano dei carabinieri di Mussomeli Luigi Balestra per parlare della Blue Whale, fenomeno pericoloso che risulta essere una pratica nociva che porta al suicidio. Consiste in 50 fasi autolesioniste, simili a quelle usate nella seconda guerra mondiale. Per esempio: alzarsi alle 4:00 di mattina e ascoltare musiche sataniche oppure guardare film horror.
Questa pratica funziona tra un curatore e la sua vittima. Una volta che si comincia, il curatore intraprenderà a minacciarti, per esempio di far del male a qualcuno della tua famiglia, alla tua fidanzata/o ecc…. Fortunatamente, tutte le minacce non sono vere e non è mai capitato, nel nostro territorio, qualche caso di morte. Al trentesimo giorno si diventa automaticamente una balena blu e il curatore ti mette in contatto con un’altra balena per farti capire che non sei solo.
L’incontro col capitano è stato molto interessante e istruttivo. Noi ragazzi abbiamo fatto molte domande al capitano, tra le quali, per esempio, se aveva affrontato qualche caso di Blue Whale nel Vallone e ci rispondeva che, fortunatamente, per il momento non ce ne era stato nessuno.
Inoltre, il capitano ci ha parlato del servizio televisivo delle “Iene” dove venivano intervistati i genitori dei ragazzi morti facendo la Blue Whale. Il capitano ha detto che era un servizio molto toccante, perché faceva capire il dolore che noi ragazzi possiamo provocare ai nostri genitori quando ci facciamo del male.
Poi, il capitano ci ha spiegato che se notiamo qualche segno di Blue Whale su qualcuno lo dobbiamo immediatamente comunicare ad un adulto, affinché possa intervenire tempestivamente e possa evitare il peggio.
La Blue Whale fu inventata in Russia da un ragazzo psicopatico e sadico di nome Philipp Budeikin, che studiava psicologia all’università. Lui disse che inventò questo “gioco” per eliminare gli scarti biologici dal mondo. Ovviamente, questo ragazzo fu immediatamente arrestato e dichiarò che non si pentiva di nulla.
Noi alunni vogliamo augurarci che nessun ragazzo possa essere coinvolto in simili pratiche negative perché la vita è un bene prezioso da tutelare e da difendere.
Lia Amico e Francesca Sciortino 1 A
Istituto Comprensivo Statale “Paolo Emiliani Giudici”