“Libertà di stampa” di Matteo Morreale 3^C
Libertà di stampa
Che cosa è la libertà di stampa? Perché in molti paesi questo diritto non esiste? In Italia, fino a che punto si può manifestare il proprio libero pensiero senza violare le leggi?
La libertà di stampa (citata nella nostra Costituzione all’articolo 21) è un diritto assoluto che in ogni Paese deve essere presente e garantito; ma non è così: in molti paesi, soprattutto in Asia, Africa e America centrale e America del sud, tale diritto non c’è ed è sotto il controllo del Governo, quasi sempre sotto il comando di un dittatore. In questi Paesi, i Governi hanno paura dei giornali perché pensano che alcuni articoli possono infiammare i pensieri dei cittadini per fare una rivoluzione e fare dimettere il Governo in carica, che controlla la stampa e i telegiornali. In Italia, durante la dominazione austriaca (1814-1918), molti giornali vennero chiusi dagli austriaci perché parlavano di rivoluzione contro l’impero Austro-ungarico e se non volevano chiudere dalle parole si passava ai fatti: picchiando e anche uccidendo i giornalisti.
In Italia, oggi, ci possiamo ritenere fortunati perché abbiamo una condizione buona, ovvero non si possono pubblicare articoli infamanti di argomenti falsi ma è tutelata la libera informazione. In passato, durante il ventennio fascista (1922-1943), Mussolini usava la stampa per esaltare sé stesso e il suo regime, censurando tutte le notizie che secondo lui erano negative ed obbligava i giornali a scrivere ciò che gli ritornava comodo ed utile per la sua dittatura.
Ma libertà di stampa non significa solamente libertà di scrivere sui giornali ma anche di trasmettere liberalmente alla radio e in tv notizie della cronaca politica e di girare dei film su argomenti storici. Durante il regime fascista questi erano i due metodi di comunicazione controllati dal regime: la radio, che in quegli anni si stava diffondendo soprattutto nelle scuole, negli uffici e negli edifici pubblici, dove si potevano ascoltare solamente i discorsi di Mussolini; ma anche il cinema fu un metodo per il dittatore per espandere il suo programma, luogo pubblico dove venivano proiettati film che parlavano della vita di Mussolini e dei successi del suo regime.
Matteo Morreale 3 C