“La convenzione Onu sui diritti del fanciullo” di: Chiara Canalella, Igea Dilena, Miriam Faelli, Eliana Giardina, Sofia Mingoia, Maria Chiara Vaccaro, Classe 2ͣ C
La convenzione Onu sui diritti del fanciullo
ART. 2.
Ogni bambino e ogni ragazzo ha i diritti elencati nella Convenzione: non ha importanza chi è né chi sono i suoi genitori, non ha importanza il colore della pelle né il sesso né la religione, non ha importanza che lingua parla, né se è un disabile, né se è ricco o povero.
ART. 28.
Hai il diritto di ricevere un’istruzione. Devi ricevere un’istruzione primaria e dev’essere gratuita. Dovresti anche poter andare alla scuola secondaria.
ART. 29.
Lo scopo della tua istruzione è di sviluppare al meglio la tua personalità, i tuoi talenti e le tue capacità mentali e fisiche. L’istruzione dovrebbe anche prepararti a vivere in maniera responsabile e pacifica, in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri e nel rispetto dell’ambiente.
Malala Yousafzai
“Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo”. Malala Yousafzai pronunciò queste sacre parole. Malala nacque in Pakistan, uno stato islamico e in una regione abitata dai “talebani” dove la donna, secondo loro, deve restare ignorante per essere una schiava del marito, a cui può essere consegnata all’età di dodici anni e anche di meno. Il 10 dicembre 2014 Malala si trovava a Oslo, perché proprio lì, si svolge la cerimonia della consegna del Premio Nobel per la Pace, consegnato proprio a lei.
La ragazza se lo è meritato perché ha iniziato a combattere per il diritto all’istruzione quando aveva undici anni, quando divenne famosa per un blog da lei creato per una grande televisione inglese, la BBC, in cui raccontava tutto ciò che facevano i Talebani contro le donne e le bambine e denunciava i loro atteggiamenti violenti. All’estero la sua fama cresceva ogni giorno di più, mentre i Talebani della sua regione, con crescente intensità, decisero di chiuderle la bocca. Il 9 ottobre 2012, quando aveva tredici anni, salì come tutti i giorni sul pulmino che la portava da casa a scuola. All’improvviso il pulmino venne fermato da due uomini armati che gridavano. Aprirono con forza le porte e si fecero indicare Malala ma, quando arrivarono da lei, questa non ebbe paura, ebbe invece tanto coraggio e disse con chiarezza: IO SONO MALALA! E così i Talebani le spararono due colpi alla testa. La ragazza fu ricoverata in ospedale e miracolosamente sopravvisse all’attentato, ma aveva bisogno di molte altre cure e la sua fama era così grande che le autorità di tutto il mondo convinsero il governo pakistano a mandarla in Gran Bretagna, dove i medici le estrassero i proiettili e le salvarono la vita. Da allora Malala fece molti viaggi per propagandare le sue idee e per arrivare alla sua meta, cioè salvare dall’ignoranza, dalla tortura e dalla morte migliaia di donne e bambine che soffrono ogni giorno. La giovane coraggiosa ricevette per questa sua opera tanti premi, fino ad arrivare al Nobel. Per noi andare a scuola è normalità e addirittura un fastidio: la scuola con i suoi professori, compiti e ansie per le interrogazioni. Ma non saper leggere, scrivere, contare, consultare un libro o usare un tablet ci fa sentire ignoranti, ciò che a nessuno piacerebbe, quindi dobbiamo usufruire del bene prezioso della scuola per cui Malala lotta ogni giorno. Con le sue testimonianze la ragazza ci racconta ciò che ha dovuto sopportare e supportare e le difficoltà per ottenere il diritto all’istruzione. Ciò che voleva era imparare e non ha avuto paura di nessuno. Nel ritirare il Nobel ha affermato: “Questo premio non è per me, ma è per tutti quei bambini dimenticati che chiedono istruzione, per tutti quei bambini terrorizzati che chiedono pace, per tutti quei bambini senza voce che chiedono cambiamenti”. Lei ha deciso di lottare per i loro diritti, poiché la scuola non è un dovere, ma è soprattutto un diritto. “Mi ricordo quando nelle feste ci decoravamo le mani con “l’hennè” e invece di disegnare fiori disegnavamo formule matematiche”. Improvvisamente, quando Malala aveva dieci anni, Swat è stata occupata dai terroristi e quattrocento scuole sono state distrutte; alle ragazze impedivano di andare a scuola; frustavano le donne, uccidevano come se fosse un’azione normale di tutti i giorni. Malala aveva due possibilità: stare zitta ed essere uccisa o ribellarsi ed essere uccisa. Ha scelto di ribellarsi ed è riuscita a non farsi uccidere.
Le citazioni principali di Malala
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.”
“Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti.”
“Essere la prima della classe non ha nessuna importanza, se non puoi studiare affatto. Quando qualcuno ti toglie la penna in mano, allora sì che capisci davvero quando sia importante l’istruzione.”
“Sedermi a scuola a leggere libri è un mio diritto. Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il mio desiderio. Io sono Malala. Il mio mondo è cambiato. Ma io no.”
“Cari amici, i talebani mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che i proiettili ci avrebbero messi a tacere, ma hanno fallito. Anzi, dal silenzio sono spuntate migliaia di voci.”
“Ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando vediamo le tenebre. Ci rendiamo conto dell’importanza della nostra voce quando vogliono metterci a tacere.”
“Così quando nello Swat, nel Nord del Pakistan, hanno vietato l’accesso a scuola delle bambine e sono comparse le armi, abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri.”
“La pace è necessaria per l’istruzione. In molte parti del mondo, in particolare in Pakistan e in Afganistan, il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola.”
“Malala ha acquisito la compassione da Maometto, il perdono da suo padre e una spinta al cambiamento che ha ereditato da Martin Luther King.”
Malala Yousafzai
Noi pensiamo che…
Come noi stesse abbiamo il diritto di andare a scuola e di istruirci, tutti i bambini del mondo devono avere questo diritto, e pensiamo che non sia giusto che i talebani abbiano distrutto diverse scuole, perché non vogliono che i bambini e le bambine vengano istruiti. Per noi l’istruzione può cambiare il mondo. Spesso noi ci lamentiamo della scuola e dei compiti, invece ci sono dei bambini e bambine che non possono permettersi ciò. Noi dobbiamo sempre andare fieri di ciò che abbiamo.
Malala è una grande donna, una lottatrice per i diritti che ognuno di noi possiede e di cui è cittadino attivo. Dobbiamo seguire il suo esempio e lottare per l’istruzione di alcuni bambini che non posso riceverne.
Non è importante essere la prima della classe, l’unica cosa che conta è ricevere una giusta istruzione.
I Talebani hanno paura dei libri e delle penne, hanno paura della forza delle donne. Questo è il motivo per cui ogni giorno lottiamo e portiamo l’uguaglianza nella nostra società.
Classe 2ͣ C
Chiara Canalella, Igea Dilena, Miriam Faelli, Eliana Giardina, Sofia Mingoia,
Maria Chiara Vaccaro