Il mio “Rabato” di Mariasofia Nola
Il mio “Rabato”
Il Rabato è il quartiere più antico di Sutera ed è stato fondato nell’860 d.C. Esso è caratterizzato da strette viuzze percorribili per lo più a piedi, con case di gesso, bagli, “ascichi” e “dammusi” che lo riportano alle sue origini arabe, così come il suo nome che deriva dall’arabo “Rabat” (Borgo).
La costruzione più interessante da ammirare nel quartiere è la Chiesa Madre, costruita sopra una moschea edificata dagli arabi nel 875 d.C. Nel 1374 fu costruita la Chiesa Madre “Maria Santissima” sulla parte nord della moschea, mentre nel 1545 fu edificata la Chiesa Madre “Maria S.S. Assunta” sulla parte sud della moschea.
Il Rabato rappresenta il centro storico di Sutera. La strada tipica era la cosiddetta “carrittera”, chiamata in questo modo perché pavimentata con ciottoli di fiume con al centro due file parallele di pietra calcarea liscia che facilitavano il passaggio dei carretti.
Oggi nel Rabato sono state riproposte tali pavimentazioni che contribuiscono all’ambientazione del Presepe vivente di Sutera. Questa splendida rappresentazione si svolge ogni anno da ben 22 anni e riesce ad attirare la curiosità di tantissimi siciliani e non, che sempre più spesso scelgono di trascorrere a Sutera le loro vacanze.
Sin dalla fine dell’800 l’abitazione tipica del Rabato era quella contadina, di un solo piano o al massimo due. Il piano terra era realizzato con il cosiddetto ‘‘dammusu”, una volta a botte in gesso che permett
eva di realizzare il piano superiore o la copertura. Si racconta che nei tempi di povertà i contadini nascondevano il grano raccolto nei vuoti tra il “dammusu” e il piano superiore.
Queste case, tutte in muratura di gesso, si ergono sopra le falde della montagna e spesso hanno una grotta all’interno. Ancora oggi possiamo ammirarle: tetti con tavole, canne e sopra coppi siciliani, fatti a mano da un artigiano locale, “lu canalaru”; pareti interne anch’esse in gesso e pavimenti in cotto sempre su malta di gesso.
Nel 2013 Sutera è divenuta uno de “I borghi più belli d’Italia” grazie proprio al Rabato. Oggi tante case sono distrutte e quindi una parte della bellezza di questo quartiere se ne sta andando.
Il desiderio di tutte le persone che amano Sutera e il Rabato, come me che vivo qui da quando sono nata, è quella di ridare vita a queste viuzze. L’impegno comune dovrebbe essere quello di impedire che tutte queste testimonianze del nostro passato vengano lasciate alla mercé delle azioni del tempo e degli eventi atmosferici che, soprattutto per le costruzioni in gesso, non sono molto clementi. Spesso immagino il Rabato con tanta gente: da una porta chiusa esce una signora che va da un calzolaio seduto fuori su un gradino, nell’angolo opposto una piccola bottega espone prodotti tipici, si sente in lontananza il battere del martello sull’incudine di un fabbro che fa qualcosa di speciale e ancora le voci della gente che è affaccendata.…
Proprio come quel Presepe vivente che rappresentiamo ogni anno che non fa altro che ricordate a tutto il mondo che il Rabato è vivo, Sutera è viva ed è un peccato non vederla almeno una volta nella vita.
Mariasofia Nola 1 A di Sutera
Istituto Comprensivo “Paolo Emiliani Giudici” di Mussomeli